Trascrizione intervista Aldo Cazzullo

C'è un rischio del ritorno del fascismo?

INTRODUZIONE

Cosa è stato realmente il fascismo? C’è il rischio che ritorni? Ne abbiamo parlato con Aldo Cazzullo storico e giornalista. Cazzullo, cosa è stato realmente il fascismo? 

RISPOSTA CAZZULLO: il fascismo è stato un regime di oppressione e di violenza. I fascisti prendono il potere nel sangue, con la violenza, e lo mantengono con la forza. Certo, ebbero anche consenso. Però questa vulgata per cui il fascismo fino al 1938 le aveva azzeccate quasi tutte… Peccato poi l’alleanza con Hitler, le leggi razziali, la guerra… ma non soltanto la guerra. La guerra è l’esito naturale del fascismo. Nel fascismo è insita l’idea di una razza che si impone su un’altra, di una nazione che si impone su un’altra. E mandare i nostri uomini in guerra senza neanche le scarpe adatte fu un crimine contro il nostro stesso popolo. Ma nel 1938 Mussolini anzi che averle azzeccate quasi tutte, aveva già provocato la morte violenta di quasi tutti i capi dell’opposizione: Antonio Gramsci che muore dopo 11 anni di prigionia, Giacomo Matteotti assassinato, le bastonate che ovviamente influirono sulla morte di Piero Gobetti, di Giovanni Amendola, fu ammazzato bastonate Don Giovanni Minzoni, don Sturzo fu bastonato costretto all’esilio Alcide De Gasperi chiuso in carcere, incarcerato anche Palmiro Togliatti, Scoccimarro, Di Vittorio, quindi insomma, davvero non c’è nulla di buono da salvare nel fascismo. Un regime si misura del bilancio finale: 472.000 morti nella seconda guerra mondiale. I risparmi degli italiani non volevano più nulla e anche 2 milioni di case distrutte. Financo il bilancio edilizio del fascismo, al di là di qualche bel palazzo di Mussolini fece costruire, è negativo pure quello. 


DOMANDA BERTOLUCCI: Cosa è stato per la stampa italiana e il fascismo? 

RISPOSTA CAZZULLO: Beh Mussolini era un bravo giornalista, pensava molto spesso più ai titoli dei giornali del giorno dopo che non all’interesse futuro del paese. La stampa italiana fu asservita, nel giorno della marcia su Roma Mussolini telefona a Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, e gli chiede “ma lei cosa pensa di me?” e lui risponde “Penso che lei dovrebbe essere arrestato”. Invece Mussolini riceve il telegramma del re che lo prega di scendere a Roma in vagone letto per ricevere l’incarico di formare il nuovo governo. Luigi Albertini, dovette lasciare Il Corriere della Sera, Alfredo Frassati dovette lasciare La Stampa, i giornali furono asserviti. Mussolini mandava le veline, se il papa lo criticava, scriveva “ignorare il papa” o anche “poco papa” e poi questo è stato pagato dalla stampa italiana in termine di credibilità, non c’è dubbio. Anche se poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, c’è una grande rinascita del giornalismo italiano 


DOMANDA BERTOLUCCI: perché è così tanto difficile, anche per tanti politici, dichiararsi antifascisti oggi? 

RISPOSTA CAZZULLO: Io penso che noi italiani siamo molto più legati all’Italia di quello che diciamo di essere. Ci piace criticarla l’Italia, ma lo possiamo fare soltanto noi, se lo fanno gli stranieri ci arrabbiamo. L’Italia è come la mamma per noi italiani. La storia nazionale ci emoziona, ci indigna, ci coinvolge, soprattutto quando coincide con la storia delle nostre famiglie. E tanti hanno avuto il nonno, il padre, lo zio fascista anche dopo l’8 settembre e dire oggi “Mio padre, mio zio, mio nonno in buona fede credette di servire l’Italia, ma era dalla parte sbagliata”, questo è un ragionamento. Mentre invece l’adesione viene data di pancia, “Era mio nonno, era mio padre, era mio zio e quindi aveva ragione”. Se poi scopro che anche dall’altra parte ci furono, e ci furono, partigiani che si comportarono male, le vendette… e allora siamo stati tutti fascisti e poi tutti antifascisti. No, non è questa la storia d’Italia. Nel caso specifico della politica, Gianfranco Fini credette che per diventare un futuro presidente del consiglio dovesse in qualche modo abiurare, cancellare, denunciare il fascismo. E invece ha preso poi lo 0,4 per cento e un partito post fascista con la fiamma del simbolo è andato al governo senza aver bisogno di dichiararsi antifascista loro. Semmai sono anti antifascisti non sono fascisti, ma non sono neanche antifascisti. E quando dicono eh, però i partigiani comunisti volevano la dittatura, anche gli altri si sono comportati male, buttano sempre la palla nell’altro campo. Andassero invece a onorare, se non altro i partigiani liberali, cattolici, moderati, ce ne furono moltissimi. Militari, carabinieri, ebrei, civili, donne… Il no detto al nazifascismo fu no plurale. Tra i partigiani c’erano comunisti e monarchici, c’erano socialisti e liberali, c’erano azionisti cattolici e tanti ragazzi di 20 anni che non sapevano neanche cosa fosse un partito. Erano cresciuti sotto il fascismo. Ma che rifiutarono di combattere per Hitler e per Mussolini 


DOMANDA BERTOLUCCI: c’è un legame tra l’avanzata dell’estrema destra in Europa e il fascismo? 

RISPOSTA CAZZULLO: Ma io non credo che ci sia un legame diretto tra il fascismo e l’estrema destra. La storia non si ripete mai allo stesso modo e con lo stesso nome. Sicuramente sono partiti che non hanno un giudizio negativo del fascismo. In sintonia ahimè con una buona parte dell’elettorato. Poi le questioni ovviamente sono diverse. In questo momento l’estrema destra è forte perché c’è una forte immigrazione e il prezzo dell’immigrazione lo pagano le classi popolari, non lo pagano gli imprenditori che hanno bisogno di manodopera a basso costo. Lo pagano le classe popolari che vedono un danno, una concorrenza al ribasso per i loro salari e i loro diritti. E poi c’è la questione nazionale che in Italia secondo me pesa un po’ meno, ma in altri paesi di più, perché molti paesi non vogliono essere assorbiti dall’Europa. Ma ormai l’Europa c’è e ne abbiamo bisogno e noi italiani, che siamo quelli con il più alto debito pubblico, siamo quelli che ne abbiamo più bisogno di tutti 


DOMANDA BERTOLUCCI: C’è il pericolo del ritorno del fascismo in Italia? 

RISPOSTA CAZZULLO: Certamente no, il fascismo non torna. Cioè io non penso ci sia un problema di ritorno al fascismo, non dico questo. Dico che in Italia ci sono ancora molti fascisti e moltissimi che del fascismo non hanno un’opinione negativa perché non sanno le cose che racconto a teatro, che racconto del mio libro, soprattutto non le vogliono sapere.