Trascrizione intervista Amedeo Osti Guerrazzi
Il carcere di Regina Coeli, il cuore di Roma
Introduzione
Il carcere di Regina Coeli. ex convento carmelitano divenuto luogo di reclusione nel 1900, fu un carcere di prima importanza durante il ventennio. Qui vi finirono tra gli altri Pertini, Saragat, De Gasperi e Gramsci. Per cercare di capire la sua importanza ne abbiamo parlato con lo storico Amedeo, Osti Guerrazzi autore di numerosi libri sul fascismo e su Roma. Durante il ventennio fascista che ruolo ha avuto nella repressione il carcere di Regina Coeli?
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: Durante il ventennio fascista ha un ruolo abbastanza importante perché è il carcere di Roma e ci vanno a finire gli antifascisti fondamentalmente. Anche se non è soltanto il carcere come sappiamo, ma è il confino quella che è l’arma più efficace del regime.
DOMANDA BERTOLUCCI: Qual era l’importanza di Regina Coeli
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: Il carcere di Regina Coeli è il centro, diciamo così, anche dell’antifascismo. Teniamo conto che ci vanno a finire Pertini e Saragat che poi vengono fatti scappare nell’autunno del 43. Ed è un carcere che viene gestito a mezzadria, diciamo da italiani e tedeschi, ma è anche lì pieno di persone molto ambigua, ci sono gli interpreti tedeschi che sono facilmente ricattabili. Ci sono le guardie italiane che sono facilmente ricattabili. C’è il direttore che in contatto con la resistenza… nello stesso tempo all’interno del carcere ci sono un sacco di infiltrati. Cioè è una cosa molto tipica di tutte le polizie del mondo di utilizzare infiltrati anche all’interno del carcere. Si mette nella cella una persona, un infiltrato, che finge di essere un detenuto comune, un detenuto politico e comincia a chiacchierare, cerca di estirpare diciamo così informazioni. E poi ci sono una serie di figure molto squallide, diciamo così, che sono gli intermediari. Cioè persone che fingono di avere rapporti con le autorità e per cui cercano di estorcere denaro ai parenti delle persone arrestate. Ci sono persone come avvocati o finti avvocati che o fingono di avere buoni rapporti con le autorità per estorcere del denaro o addirittura sono in combutta con l’autorità per farsi dire ad esempio dagli ebrei dove sono i parenti ancora fuori. Per cui c’è tutto un mondo attorno a Regina Coeli pericolosissimo. Perché nessuno si può fidare di nessuno in realtà. Cioè è veramente, diciamo così. la somma di quello che era Roma in quel periodo.
DOMANDA BERTOLUCCI: Che ruolo ebbe dopo l’8 settembre Regina Coeli?
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: Regina Coeli ha un ruolo fondamentale e ci sono ovviamente i bracci per i comuni e poi c’è il terzo braccio che è quello gestito dai tedeschi e il sesto braccio tenuto dalla questura. E in queste due braccia ci vanno a finire tutti i prigionieri che vengono fatti sia dalla questura sia dalla comando tedesco sia dalle varie organizzazioni semi-autonome tipo la banda Koch. Nel senso che prima si veniva arrestati, portati in questur,a portati a la versione Iaccarino a viale Romagna a via Romagna o a via Tasso si veniva torturati, si veniva maltrattati e se si sopravviveva si veniva poi mandati a Regina Coeli da dove si usciva soltanto per andare o a Forte Bravetta per essere fucilati o nei campi di concentramento in Germania. Alle volte si veniva liberati ma perché si andava a finire al lavoro obbligatorio oppure nel caso degli ebrei si finiva a Fossoli e poi Auschwitz
Domanda Bertolucci: ebbe anche un ruolo nelle deportazione ebraica
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: Regina Coeli come San Vittore, riguardante gli ebrei è il campo di concentramento provinciale, cioè la Repubblica Sociale Italiana aveva creato dei campi di concentramento provinciali in seguito all’ordine del 30 novembre 1943 per rinchiudere tutti gli ebrei. Non vengono fatti questi campi a Roma e a Milano e da Regina Coeli vengono rinchiusi gli Ebrei di Roma, ma arrivano anche dalla provincia anche dalla regione. Ad esempio sappiamo che arrivano degli ebrei dal Lazio, dall’Umbria che vengono presi e portati a Regina Coeli. Perché poi la Regina Coeli si parte per Fossoli, le posso dire con l’unica lista che ho con certezza, che la Questura di Roma fa partire da via Tasso 162 ebrei a firma del Questore Pietro Caruso
DOMANDA BERTOLUCCI: Avvenne, anche la prima deportazione politica da Regina Coeli
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: certo, il 4 gennaio del 44, c’è la prima deportazione politica. Sono i primi arrestati che vengono portati poi nei campi di concentramento in Germania e in Austria e sono i primi, i primissimi che arrivano. Ci sono anche degli ebrei ma sono presi per sbaglio, sono deportati come politici.
DOMANDA BERTOLUCCI: Che ruolo ha avuto le delazione?
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: La delazione è fondamentale in tutti i casi. Abbiamo svariati tipi di denuncia, ci sono privati che denunciano un vicino di casa che può essere partigiano, può essere ebreo, non ebreo… in generale sono gli ebrei che vengono denunciati da privati cittadini. Poi ci sono gli infiltrati all’interno dell’organizzazione clandestine che sono ad esempio Bandiera Rossa viene devastata dalle denunce di un infiltrato che era entrato ai vertici di bandiera rossa i Gap vengono smantellate, grazie al tradimento di uno di loro che era stato arrestato, oltre a fare il GAP faceva anche il criminale comune, era stato arrestato e fa i nomi di tutti i Gap di Roma che sono tutti costretti a scappare. Diciamo che è poi ci sono nel caso delle organizzazioni ebraiche, degli ebrei, esistono dei gruppi di collaborazionisti, cioè di persone che lavorano direttamente con i tedeschi che sono specializzati nell’arresto degli ebrei. E queste sono le bande più pericolose, quelle che fanno restare decine e decine e dozzine e dozzine di ebrei a Roma da diciamo dalla fine di gennaio del 1944 in poi
DOMANDA BERTOLUCCI: Nella vita quotidiana di quei giorni, era difficile finire in carcere o era un rischio papabile per tutti? RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: il rischio quotidiano era altissimo perché si poteva finire a Regina Coeli per milioni di motivi. Borsa nera, era diffusissima a Roma ed era fatta praticamente alla luce del sole. C’erano delle piazze che erano notoriamente luoghi di borsa nera. Però la situazione era talmente disperata che tutti facevano borsa nera, tutti cercavano di trafficare, andavano in campagna cercavano di comprare qualcosa, di scambiare qualcosa e di rivenderla alla borsa nera. I commercianti… per cui era estremamente facile finire a fare borsa nera, anche appunto per delle cose abbastanza semplici. Ovviamente chiunque avesse un giornale antifascista o un volantino antifascista o fosse stato sorpreso fuori di casa dopo il coprifuoco, che in alcuni periodi arriva il coprifuoco viene imposto alle cinque del pomeriggio, insomma era talmente tante le infrazioni che si potevano fare, era talmente necessario infrangere la legge e opportuno certe volte per motivi politici, che per andare a finire Regina Coeli era estremamente facile. Regina Coeli poi non è poi l’unico carcere che c’è a Roma in questo periodo. Teniamo conto che c’è il carcere delle Mantellate che è per le donne. La cosa strana è che però a Regina Coeli ci sono uomini e donne messi insieme, soprattutto nel braccio tedesco. Gli ebrei vengono messi tutti insieme, tanto per dirne una. E poi c’è un altro carcere che è San Gregorio al Celio, che è un ex convento davanti al Circo Massimo che era il carcere vip. Cioè era un carcere, diciamo dove venivano messi le persone in odore di antifascismo ma che appartenevano le classi superiori e comunque non erano considerate particolarmente pericolose. Ci andavano a finire uomini e donne, era abbastanza semplice anche scappare o comunque entrare e uscire non era una cosa troppo difficile, ed è un carcere abbastanza poco studiato.
DOMANDA BERTOLUCCI: Cosa succede una volta finita la guerra
RISPOSTA OSTI GUERRAZZI: succede che il carcere viene preso in mano dagli americani che lo ristrutturano completamente, lo migliorano completamente, lo ristrutturano, lo imbiancano, cambiano il mobilio, cercano di dare un minimo di organizzazione anche più razionale al tutto. Migliorano moltissimo il cibo, questo lo sappiamo dal libro di Amedeo Strazzera-Perniciani Umanità ed Eroismo nella vita segreta di Regina Coeli e il cibo viene molto migliorato. Succede anche che il suo direttore Donato Carretta, che proveniva da Civitavecchia, era il direttore del carcere di Civitavecchia che viene bombardato, nel novembre arriva a Roma, diventa direttore del carcere, collabora con la resistenza e viene poi linciato durante il processo a Pietro Caruso del settembre 1944.