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Deportazione politica e deportazione ebraica

Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, nei territori europei occupati dalle forze dell’Asse, si sviluppò una pratica sistematica e massiccia di deportazione di esseri umani verso strutture concentrazionarie. Questo processo, orchestrato dal Terzo Reich, rappresentò una delle più grandi tragedie dell’umanità, caratterizzata da violenza, oppressione e disumanizzazione.

Il fenomeno della deportazione può essere compreso attraverso una netta divisione in due principali categorie: la deportazione ebraica e la deportazione politica.

Deportazione ebraica

La deportazione degli ebrei ebbe inizio nel 1938 e raggiunse proporzioni drammatiche a partire dal 1941. Questa forma di deportazione si fondava su una visione ideologica che considerava gli ebrei come portatori di una “qualità ontologica immodificabile”. Per il regime nazista, essere ebreo non era una scelta o un comportamento, ma una condizione esistenziale che li rendeva soggetti a persecuzione e sterminio. Gli ebrei venivano deportati principalmente nei Vernichtungslager, campi di sterminio appositamente progettati per l’eliminazione fisica, come Auschwitz e Treblinka.

Dall’Italia furono deportati oltre 8.000 ebrei dei quali 6806 sono stati fin ad oggi identificati (3202 donne; 3598 uomini; 6 ignoti)

Deportazione politica

La deportazione politica, iniziata già nel 1933, si concentrava su oppositori politici, dissidenti, non conformisti e, più in generale, su chiunque fosse percepito come una minaccia per il regime nazista. In questo caso, i deportati venivano perseguitati per ciò che facevano o per ciò che si supponeva potessero fare. I campi principali destinati ai deportati politici erano i Konzentrationslager, ovvero campi di concentramento come Dachau e Mauthausen, dove i prigionieri venivano sottoposti a lavori forzati, punizioni e condizioni di vita disumane.

I politici deportati dall’Italia furono 23.826 persone (22.204 uomini e 1.514 donne). 

Principali Lager dove furono deportati italiani e italiane:

  • Dachau

  • Mauthausen

  • Buchenwald

  • Flossenbürg

  • Auschwitz

  • Ravensbrück (prevalentemente donne).

  • Dora-Mittelbau

  • Altri campi: includono Natzweiler-Struthof, Neuengamme, Sachsenhausen e Grossrosen.

Caratteristiche Regionali

  • Centro-Nord Italia: La maggior parte dei deportati proveniva dalle regioni settentrionali, in particolare dall’area dell’Adriatisches Küstenland (territori istriani, dalmati e sloveni).

  • Sud Italia: Nonostante la rapida liberazione del Meridione nel 1943, molti deportati meridionali erano militari o partigiani catturati al Nord.

Problemi aperti e categorie particolari

I deportati italiani includevano anche categorie particolari, come:

  • Geistlicher (religiosi): prevalentemente sacerdoti cattolici.

  • Jude (ebrei): una minoranza, talvolta classificata come Schutz Jude (ebrei protetti).

  • NAL (Nicht aus dem Lager): prigionieri soggetti a inchieste della polizia nazista, sia per reati comuni che politici.

Alcuni deportati furono anche registrati con la sigla Nacht und Nebel (Notte e Nebbia), destinati a sparire senza lasciare traccia come forma di intimidazione contro presunti oppositori del regime.

Impatto della deportazione

La deportazione non riguardava solo l’internamento nei campi, ma anche lo sfruttamento della forza lavoro dei prigionieri. Dal 1943, il regime nazista utilizzò sempre più i prigionieri come manodopera schiava per sostenere la produzione bellica, entrando però in conflitto con la propria ideologia di eliminazione degli “indesiderabili”. Questo portò a situazioni estreme, come il trasferimento di lavoratori forzati per lavorare nel Reich, e alle terribili marce della morte negli ultimi mesi del conflitto.

Le Storie

Valrigo Mariani venne incarcercato a Regina Coeli e poi deportato nei campi nazisti nel primo trasporto di politici dall’Italia. Eugenio Iafrate, suo nipote, ci racconta la sua storia attraverso un viaggio sulle orme dello zio.

Il fiorentino Mario Piccioli venne deportato appena 17enne, dopo che avevano messo in prigione la madre. Finirà anche nell’inferno di Ebensee. La nipote Laura Piccioli ci racconta la storia dello zio in un viaggio attraverso i campi in cui è stato deportato

Mirella Stanzione venne deportata insieme alla madre Nina Tantini nel campo di concentramento di Ravensbruck, il lager femminile drammaticamente più noto del Terzo Reich. La figlia Ambra Laurenzi ripercorre il suo drammatico viaggio iniziato da La Spezia

Marco Moise Mustacchi, di fede ebraica, venne deportato da Trieste nel 1944. I familiari non ne seppero più niente. Il figlio Sabatino, che all’epoca aveva appena un anno, ha ripercorso le orme del padre, lo ha ritrovato e ‘riportato’ a casa.

Andrea Lorenzetti, procuratore di borsa, fino ai primi anni ’40 non si era occupato di politica. Poi qualcosa cambiò e decise che era il momento di fare qualcosa. Fu uno degli organizzatori del grande sciopero di Milano del 1944, il primo nell’Europa occupata da nazisti e fascisti. Uno sciopero che mise in crisi il Terzo Reich. Il figlio Guido ci racconta la sua storia